Imparare è un attività a cui siamo abituati fin dall'infanzia e per questa ragione ci può sembrare facile e scontata. In realtà non è così e negli ultimi anni il tema dell'apprendimento e del metodo di studio sono diventati di particolare importanza perché, in una società che cambia rapidamente e nella quale l'innovazione tecnologica corre ad alta velocità, le conoscenze acquisite in un certo momento si rivelano superate nell'arco di pochi anni.
Molti psicologi parlano delle"teste ben piene", indicando le teste che hanno imparato a imparare e che possiedono un metodo di studio utile a scuola e anche nella vita.
Imparare a imparare possiamo dire che si tratta di una competenza articolata in tre aspetti:
- il sapere, ovvero le conoscenze
- il saper fare, ovvero l'applicazione delle conoscenze
- il saper essere, ovvero le convinzioni, gli atteggiamenti e le motivazioni
La capacità di imparare a imparare richiede abilità cognitive, che riguardano il modo di apprendere e di gestire le conoscenze e le abilità metacognitive.
L'insegnante oltre alle materie tradizionali, deve insegnare imparare a imparare: un compito più difficile e caratteristico della relazione educativa, il cui scopo non è trasmettere informazioni, ma condurre l'allievo a una maggiore autonomia. L'insegnante valuta lo stile di apprendimento di ciascuno studente e facilita un percorso individuale. E' necessario che l'approccio dell'insegnante sia integrato, esperienza ed esplicito.
Analizziamo le loro caratteristiche e i loro scopi:
- INTEGRATO: collega contenuti, metodi e argomenti, stimolando l'allievo a passare autonomamente da un argomento ad un altro.
- ESPERENZIALE: favorisce la riflessione sulle esperienze e lo sviluppo del pensiero, cioè uno studente riflette su ciò che apprende, scopre le cause ecc...
- ESPLICITO: stimola gli studenti a raggiungere la consapevolezza di sé e di quanto stanno facendo e a maturare la capacità di condivisione e socializzazione.