domenica 30 aprile 2017

I SOFISTI E LA NASCITA DELLA PAIDEIA

Nel V secolo Atene raggiunge il vertice del suo splendore politico e culturale. Sotto la guida di Pericle la città è il luogo di attività dei principali protagonisti della cultura greca del periodo: i sofisti, Socrate e Platone
Il termine sofista indica i primi insegnamenti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare l'aretè politica, cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi e sconfiggere quelle degli avversari. La nuova virtù consiste nell'abilità dialettica e retorica, cioè nell'arte del linguaggio. Questa aretè, secondo i sofisti, si può imparare e non è una dote ereditaria. Possiamo paragonare i sofisti agli attuali esperti di comunicazione, che aiutano i politici durante la campagna elettorale.
Le tecniche insegnate dai sofisti sono due:

- La Dialettica: che consiste in uno stretto dialogo tra due o più interlocutori, nel quale ciascuno cerca di provare in modo razionale la validità delle proprie posizioni ribattendo quelle dell'avversario.

- La Retorica: che consiste in lunghi discorsi i quali persuadere un vasto auditorio. 

Accanto alla dialettica e alla retorica, i sofisti pongono il possesso di un sapere enciclopedico come condizione per il successo politico. Nell'ambito del loro insegnamento entrano dunque la poesie, il mito e la scienza. In questo modo vengono gettate le basi della paidèia greca, di un insegnamento il cui obbiettivo è la cultura generale.
I sofisti sono stati accusati di scetticismo, perché hanno affermato che non è possibile conoscere nulla con certezza, e di nichilismo, perché hanno affermato che non esistono verità assolute. Essi hanno avuto però il grande merito di contribuire alla democratizzazione della politica e del sapere sostenendo l'impossibilità di insegnare la virtù a tutti e di conseguenza l'importanza dell'istruzione e dell'educazione.
Essi dunque hanno posto l'uomo e la città al centro della loro attenzione filosofica, e nella polis sono stati i primi insegnanti di professione che si sono dedicati alla formazione dell'uomo politico.


martedì 18 aprile 2017

LA GRECIA ARCAICA E I POEMI DI OMERO

La civiltà greca si sviluppa in un contesto diverso da quello delle prime grandi civiltà infatti non nasce in fertili pianure attraversate da grandi fiumi, ma in un territorio particolare, diviso tra piccole isole e zone montuose continentali. 
Le testimonianze più antiche di una qualche forma di educazione provenienti da questo' area sono i miti. In particolare sono giunti fino a noi due poemi: l'Iliade e l'Odissea. I poemi sono grandi narrazioni di personaggi eroici. Si presentano quindi come una forma di intrattenimento, ma al loro interno contengono informazioni sugli dei, l'origine del mondo, la navigazione, le tattiche di guerra ecc... L'Iliade e l'Odissea sono attribuiti ad Omero anche se in realtà non si sa molto su questo personaggio e se ne mette in dubbio l'esistenza. Nei poemi omerici compare il concetto di areté. Questo termine significa la virtù, non esclusivamente la virtù mortale, ma anche nel senso di capacità o abilità. Esistono quindi varie areté. 
L'Iliade racconta l'assedio della città di Troia, in Asia Minore (l'attuale Turchia) a opera degli Achei: qui abbiamo l'areté guerriera. Gli eroi sono esempi, modelli educativi di virtù belliche: inseguono onore e fama. 
L'Odissea narra invece delle peregrinazioni attraverso il Mediterraneo di Ulisse. Ulisse, con i suoi compagni, si trova in situazioni difficili che richiedono una buona dose di astuzia e intelligenza. Si può dire che in quest'opera prevalga l'areté intellettuale.
La funzione educativa di questi poemi è quella di presentare esempi di virtù da seguire.


Omero