domenica 29 gennaio 2017

LE TEORIE EDUCATIVE

La relazione educativa è il rapporto che si crea all' interno del processo formativo tra docenti e allievi e che influenza il rapporto tra gli studenti all' interno del gruppo-classe.
Esistono tre teorie:




-Teoria Psicoanalitica: secondo la psicoanalisi la classe è il campo di incontro/scontro di forze           inconsce che emergono attraverso una grande varietà di sintomi ad esempio esplosioni di collera, forme di mutismo, insuccessi scolastici ecc...
Il principale esponente di questa teoria è Sigmund Freud.
La psicoanalisi invita a interpretare questi sintomi e a ricercare le cause profonde che ne sono all' origine. La psicoanalisi aiuta a chiarire la ricchezza della relazione educativa. Per esempio, mette in luce i fenomeni di transfert, con i quali a scuola, i ragazzi proiettano sull' insegnante le dinamiche del rapporto con i loro genitori.
Nella scuola, come in altri ambienti, è possibile che si manifestino fenomeni di proiezione: quando qualcosa, all' interno della nostra psiche è avvertito come pericoloso viene inconsapevolmente proiettato all' esterno.

Sigmund Freud
(1856-1939)




-Teoria Umanista: la teoria umanista prende in esame il comportamento del docente e i suoi effetti sull' alunno. Il principale esponente di questa corrente della psicologia è Carl Rogers che ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente.
Secondo Rogers per esserci un buon rapporto tra docente e alunno ci devono essere tre concetti chiave:
- autenticità e congruenza
- considerazione positiva incondizionata
- comprensione empatica

Carl Rogers
(1902-1987)




-Teoria Sistemica: la teoria sistemica analizza la relazione educativa partendo da due presupposti: tutto è comunicazione e il mondo psichico è un sistema. Secondo Paul Watzlawick, uno dei più noti esponenti dell' approccio sistemico, per spiegare un singolo fenomeno occorre prendere in considerazione tutto il contesto.
Le indicazioni che la teoria sistemica fornisce all' educatore sono:
- l' educatore, nel contesto della classe, deve favorire la riorganizzazione interna ogni volta che un nuovo elemento disturba l'equilibrio
- nel gruppo egli deve individuare le persone-chiave, il cui mutamento di atteggiamento rende possibile il mutamento collettivo
- tiene l' ansia o stimola l'attenzione quando si presenta un problema o viene assegnato un compito

Paul Watzlawick
(1921-2007)












mercoledì 25 gennaio 2017

KURT LEWIN

Kurt Lewin è nato il 9 settembre 1890 a Mogilno. E' stato uno psicologo tedesco e fu uno dei sostenitori della psicologia della Gestalt. 
Dai rapporti con Wertheimer, Kòhler, Koffka ha tratto l' idea che la nostra esperienza non è costituita da un insieme di elementi, ma da percezioni strutturate, in base a schemi innati, di oggetti e/o reti di relazioni e che solo mi questo campo di relazioni trovano il loro significato. Lewin è stato tra i primi ricercatori ad applicare tali principi alle dinamiche dei gruppi e allo sviluppo delle organizzazioni, passando quindi alla psicologia sociale. Lewin è ricordato soprattutto per la "teoria di campo" secondo la quale il comportamento è frutto di un' interazione tra personalità e ambiente. Tra le sue opere ricordiamo: "la teoria dinamica" e "Il bambino dell' ambiente sociale".

Kurt Lewin
(1890-1947)

LA GESTALT


La psicologia della Gestalt è una corrente psicologica incentrata sui temi della percezione.
I fondatori furono: Kurt Koffka, Wolfgang Kòhler e Max Wertheimer.
La Gestalt e in primo luogo Max Wertheimer hanno individuato i principi del raggruppamento
degli oggetti: si tratta di scemi innati che collegano e organizzano i dati che riceviamo attraverso l' organo della vista.
Esistono sette tipi di schemi  innati che la Gestalt ha studiato e sono:

-La vicinanza: che spiega che siamo portati a raggruppare oggetti che sono vicini tra di loro.


-La somiglianza: che indica il raggruppare di oggetti simili tra loro.


-La continuità: cioè tendiamo a raggruppare gli oggetti che possono essere visti uno la           continuazione dell'altro.


-La chiusura: raggruppiamo gli elementi in modo che formino una figura chiusa, e quindi tendiamo a completare una figura nonostante ci siano delle parti mancanti.


-La buona forma: raggruppiamo gli elementi per ottenere la figura più semplice composta dai segmenti.


-L' esperienza passata: uniamo gli elementi associati alla nostra esperienza precedente.


-La pregnanza: mettiamo insieme gli elementi che possono costituire una figura semplice, simmetrica e regolare.